L’editoria italiana e l’anno che verrà

Dopo crisi, proclami di disfatta, riorganizzazioni, fusioni, acquisizioni e diaspore, il 2016 si apre per l’editoria italiana e per i lettori che in essa sperano, con molte attese per l’anno che verrà.

L’acquisizione di Rcs Libri da parte di Mondadori dovrebbe ricevere il parere dell’Autorità garante per la Concorrenza e il Mercato nel primo trimestre dell’anno, ma soprattutto vedremo i primi passi del gigante italiano dell’editoria che si troverà ad integrare marchi fino a poco tempo fa in lotta fra di loro (Mondadori, Einaudi da un lato e Rizzoli e Bompiani dall’altro, solo per citare i maggiori).

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Elisabetta Sgarbi


Ma il 2016 vedrà anche le prime pubblicazioni de La Nave di Teseo, nuovo soggetto editoriale di Elisabetta Sgarbi (ex direttore editoriali di Bompiani), che sembra aver riunito attorno a sé nella diaspora da «Mondazzoli» autori come Umberto Eco, Pietrangelo Buttafuoco, Mauro Covacich, Michael Cunningham, Viola di Grado, Hanif Kureishi, Nuccio Ordine, Carmen Pellegrino, Lidia Ravera e Susanna Tamaro, creando non pochi problemi alla Bompiani che dovrà capire come gestire la transizione e rinfoltire il suo parterre di autori.

Il nome della nuova casa editrice si ispira alle Vite Parallele di Plutarco. Teseo dopo aver salvato i prigionieri dal labirinto cretese e dal suo Minotauro, torna ad Atene con una triremi. Come ringraziamento gli ateniesi inviarono, ogni anno, la nave di Teseo per un viaggio rituale a Delo, Isola di Apollo. Questo viaggio durò per mille anni e gli ateniesi sostituirono, man mano che si usuravano, le parti della barca con sue copie perché apparisse sempre la stessa pur non essendo più costituita dagli elementi originali. Questo processo di continua rigenerazione ha dato luogo a un famoso paradosso (il paradosso di Teseo appunto) su cui i filosofi greci si sono a lungo interrogati: «la nave che appare la stessa che usò Teseo, poiché costituita da parti identiche a quelle originali, assemblate con la medesima perizia, capaci di lavorare all’unisono, è la nave di Teseo o è un’altra nave?» Non c’è risposta esatta al dilemma, dipende dal valore che date alla tradizione e alla sua possibilità di integrarsi con il cambiamento. Ma forse i lettori di questo nuovo marchio editoriale si porranno questa domanda. Quanto sarà diversa l’offerta delle due bande blu, simbolo prescelto per La Nave di Teseo, rispetto alla Bompiani dell’era Sgarbi?

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Riuscirà a creare un proprio tratto distintivo che porterà il lettore a ‘fidarsi’ di quelle bande a forma di chiglia di nave, perché garanti di una ricerca di nuovo che non può prescindere dalla qualità del testo (binomio sempre più a rischio nei successi editoriali del 2015)?
Riuscirà questa nave a fare ciò che spesso risulta difficile agli imprenditori e quindi agli editori italiani che vogliono giustamente guadagnare sul bene libro: puntare a fidelizzare i lettori nel lungo periodo?

La sfida è quanto mai avvincente e sarà un piacere vederne gli sviluppi.

Ma non sarà l’unica. Un altro marchio storico dell’editoria italiana ha fatto delle scelte nel 2015 che influenzeranno non poco l’offerta editoriale del prossimo biennio. Parliamo di Giunti, casa editrice dalle radici fiorentine, fondata nel 1841 come tipografia e poi diventata il terzo gruppo editoriale italiano. Nel giro di pochi mesi Mondadori ha perso due editor storici della narrativa italiana: Antonio Franchini (responsabile per anni della narrativa italiana in Mondadori e punto di riferimento per il marchio di Segrate) e Giulia Ichino (uno degli editor di punta della narrativa italiana e ‘allieva’ di Franchini). Entrambi sono passati in Giunti, dimostrando la volontà dell’editore fiorentino di rafforzare la sua quota di mercato nella narrativa italiana, puntando sulla grande esperienza e sulla capacità di anticipare le tendenze dei lettori da parte dei due editor.
Mondadori non è rimasto a guardare, affidando la narrativa italiana a Carlo Carabba (già da tempo editor per la case editrice di Segrate oltre che poeta e responsabile della storica rivista Nuovi Argomenti) e quella straniera a Marta Treves (altro editor storico della Mondadori, responsabile per anni del segmento young adult).
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Antonio Franchini e Giulia Ichino


Insomma l’anno che verrà ci fa sperare in molteplici cambiamenti nel panorama editoriale italiano e sono certo che non saranno tutti negativi. Ai lettori l’ardua sentenza.


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Commenti

  1. Solo per correttezza di informazione, la Casa editrice Giunti deriva dalla Paggi, fondata nel 1841 non come tipografia, ma come libreria editrice.

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