Il demone della lettura: rischio necessario.

Il momento migliore per incontrarli è quella sezione leggera e densa che divide la notte dal mattino, durante le poche ore che pulsano nella vostra testa, costringendovi a tenere le mani sulla carta, gli occhi sulla pagina e l’anima fra le dita. Fermi a rigirarla, avanti e indietro, come fosse una stecca morbida di liquirizia, che non osate ancora mordere o succhiare, fermi ad aspettare che si stacchino dal quel supporto che profuma di colla e mani altrui, per toccarvi.
E allora non vi sarà più luogo o tempo dove recarsi, senza che essi siano con voi. Personaggi. Parliamo di loro. Quelli di cui Primo Levi diceva: «Non hanno pelle né sangue né carne, hanno meno realtà di un dipinto o di un sogno notturno, non hanno sostanza che di parole, […] eppure puoi intrattenerti con loro, conversare con loro attraverso i secoli, odiarli, amarli, innamorartene.» Quelli su cui Fabio Stassi ha pubblicato, un paio d’anni fa, un prezioso lavoro che raccoglie i personaggi che l’hanno accompagnato e segnato fra quelli “pubblicati” fra il 1946 e il 1999 (Holden, Lolita, Živago e gli altri. Piccola enciclopedia dei personaggi letterari, minimum fax 2010), allacciandosi al lavoro di Gesualdo Bufalino e il suo Dizionario dei personaggi di romanzo. Da Don Chisciotte all’Innominabile (Il Saggiatore, Milano 1982), vera e propria miniera di scoperte e atto di devozione nei confronti della “Terra del Romanzo”, come Stassi la definisce.

Sfogliando il lavoro di Stassi resterete intrappolati nella sua rete di autopresentazioni, singole pagine in cui il personaggio di turno vi racconta di sé come se lo aveste davanti, lì, in quel momento, sulle tavole di un palcoscenico durante uno spettacolo davvero speciale, perché rappresentato solo per voi e le emozioni che foraggiate in quel preciso momento, sapendo che in un altro giorno, forse attimo, quelle stesse righe vi avrebbero potuto portare da un’altra parte. Perché il bello del demone della lettura è che siete voi a crearlo, volerlo e disegnarlo, aggiungendo un pizzico di voi stessi in ogni frammento di personaggio che offre lo scrittore.

Grazie allora a Fabio Stassi per avermi fatto rincontrare dopo anni il Corrado da La casa in collina del mio amato Pavese, la Micòl intangibile e forte come mai poteva apparire da Il giardino dei Finzi Contini di Giorgio Bassano, la famiglia un po’ speciale di Natalia Ginzburg e il suo Lessico Familiare, il serioso, pomposo, afflitto dai sensi di colpa Mr. Stevens da Quel che resta del giorno di Kazuo Ishiguro, l’etereo, solitario e dolcissimo Danny T.D. Lemon Novecento da Novecento di Alessandro Baricco, senza dimenticare il visionario inventore dello skaz (vedi post di imago2.0) Holden Caulfield da Il giovane Holden di J.D. Salinger e potrei continuare per molte righe.

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