Il santo del giorno? Tra i libri.

Oggi domenica 28 ottobre il Santo del giorno è...un attimo prego...ecco, sono già in difficoltà, cosa direbbe Guido, l'immaginifico e puro personaggio dell'ultimo film di Paolo Virzì (Tutti i santi giorni), davanti a questa mia incertezza? Citerebbe sicuramente il motto latino più adatto alla situazione, liberandomi in un attimo del senso di colpa e donandomi al contempo la vista sulla sua smisurata conoscenza e amore per i testi antichi. 
Il problema di questo 28 ottobre è che i Santi del giorno sono più di uno. Ci credereste? Che dite, viene fuori la mia scarsa frequentazione della chiesa? In ogni caso oggi si festeggia San Simone apostolo, conosciuto anche come il Cananeo (Vangelo di Marco) o lo Zelota (Vangelo di Luca), ma anche San Giuda (non l'iscariota, ma l'altro).
Guido sveglia ogni mattina la sua Antonia, illuminandola sul periodo in cui è vissuto il Santo in questione, magari aggiungendo qualche dotta curiosità, che ha per lo più lo scopo di lasciarle qualche attimo ancora per riprendersi dal sonno in cui è svenuta mentre lui lavorava come portiere notturno in un albergo. Perché non solo Virzì ha creato (ispirandosi al romanzo di Simone Lenzi La generazione) un protagonista appassionato di libri e di conoscenza, ma ne ha fatto un vero e assoluto amante della lettura per se stessa e non per le dotte citazioni che quella lettura può donare al suo seguace. Guido ama leggere, Guido ha bisogno di leggere, in latino, tedesco o italiano, poco importa, le lingue non sono che necessari chiavistelli per assaporare l'ebrezza della conoscenza, che più si assorbe, più amplia la visuale su quello che manca e, proprio grazie all'ultimo granello raccolto, si desidera più di ogni altra cosa. Un vizio di pochi e per pochi, un tempo guardato con sospetto ma tenuto in considerazione, oggi ignorato, se non dileggiato. Ma questo a Guido non interessa. Lui ha i suoi libri. Certo, anche Guido ha bisogno di condividere. E per questo c'è Antonia. Aggrovigliata in se stessa molto più di quanto ad un occhio distratto potrebbe apparire Guido, arrabbiata, con poca stima per se stessa e un desiderio: suonare la sua musica davanti ad un pubblico che l'ascolti. Guido del pubblico non ha bisogno e, sebbene capace di integrarsi con disinvoltura in contesti distanti centinaia di volumi da lui, disarmando l'interlocutore con la sua assoluta serenità, Guido non ha bisogno di rivalersi per ciò che non ha avuto, per ciò che qualcuno gli ha tolto, per una vita che odia. Guido fa la vita che vuole fare. 
Ma  Guido non esiste, è un personaggio, non una persona reale. Troppo romantico, favolistico, improbabile. Probabilmente è così, ma che splendore incontrare Guido, e accomodarsi fra i suoi pensieri e osservare con i suoi occhi. E allora grazie a Lenzi che ha avuto l'idea di questo personaggio, grazie a Virzì che ha deciso di fare questo film, grazie a Luca Marinelli che ha interpretato Guido e grazie a chi questo film lo andrà a vedere e, uscendo, sarà preso dall'irresistibile desiderio di andare in libreria, comprare la fila di parole che più gli interessa e finalmente si godrà il più assoluto e gratificante dei vizi: la lettura.

 

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