In-comprensione e patatine. Una parola, un verso: venticinquesima
Sebbene
possa far pensare alla possibilità di entrarci dentro (alla comprensione) e quindi di rafforzarla, magari
per la propensione all’inglesismo che ormai dilaga (pensiamo ad in e subito la mente va all’in di inside, di within
o di involved)
questo in (in questo caso prefisso
e non preposizione) risiede nel moribondo
latino a cui molti vorrebbero dare il
colpo di grazia, a meno di usarlo in sregolate
(in entrambi i significati che la nostra lingua concede a questo aggettivo) citazioni,
senza accorgersi che rappresenta passato e presente nella sottotraccia
semantica del nostro linguaggio.
Anche
voi sarete stati spesso alle prese con questo particolare in. Forse anche in questo
ultimo fine settimana. Soprattutto
se vi sarete aggrappati con caparbietà a questi (oramai sempre più rari) ultimi
giorni di festività, che vi guardavano languidi e goduriosi dai bordi di un
giovedì di dicembre ancora troppo lontano dalle feste natalizie. Sarete partiti.
Lontano. Dalle manovre di fine anno,
dalla mancanza di soldi, di tempo e di possibilità. Avrete schiacciato tutto fino
all’inverosimile, insieme ai vostri vestiti, alle mutande (troppe) e ai calzini
(sempre troppo pochi), in un bagaglio a mano, divenuto sempre più piccolo ogni
anno che passa per stare dietro ai centimetri delle compagnie aeree low cost e sarete corsi all’aeroporto. Avrete
passato ore in fila con tutti gli altri, prima al check in e poi al controllo
bagagli. Ne avrete avuto abbastanza di girare a zig-zag per non arrivare mai da
nessuna parte, mentre la vostra mente non faceva altro che pulsare contro le
vostre tempie, chiedendovi una semplice ragione a quel tempo. E sarà stato
allora che la prima in-comprensione sarà sbocciata dal vostro sudore e dalle scarpe
sbagliate per un viaggio che pochi minuti prima vi era sembrato ancora giusto.
Avrà avuto il viso di uno sconosciuto fermo nella fila davanti a voi. Troppo
lento nel procedere o troppo veloce a sfilare la sua cintura, vi avrà scoccato
uno sguardo a cui non avrete potuto resistere. Uno sguardo che per lui voleva dire: “Dio, come vorrei essere a casa, steso a quattro di bastoni sul divano a
leggere il Corriere dello sport.” ma che voi avrete subito decodificato come
uno sguardo di sfida. Vi sarete fatti sotto allora, pronti a rispondere al
successivo sopruso dello sconosciuto, che avrà osato girarsi a guardarvi con
biasimo quando il vostro trolley gli sarà salito sui polpacci. E allora sarà
accaduto di nuovo. Il vostro trolley gli sarà crollato definitivamente addosso
e avrete iniziato a litigare, con la bocca, i gesti ed il sudore che per
entrambi sarà aumentato a livelli difficilmente sostenibili. Nel frattempo l’hostess di terra della compagnia low cost vi avrà chiesto, in un inglese
perfetto e annoiato, di inserire il bagaglio a mano in un intreccio malefico di
tubolari che dovrebbe dimostrare che il vostro trolley sarebbe potuto salire
sull’aereo senza pagare alcuna multa, evento pressoché impossibile su una
compagnia low cost che si rispetti. E
sì, prenderete anche una multa, ma non ve ne accorgerete, perché le in-comprensioni
a quel punto saranno sgorgate le une nelle altre, nutrite dalle calde
imprecazioni che i vostri compagni di fila avranno iniziato a lanciarvi
addosso, intimandovi di spostarvi dall’ingresso del gate, andando a litigare
altrove. Tutti quegli orrendi altri
avranno avuto ragione, voi lo sapete benissimo e ciononostante li avrete ignorati
per rimanere fedeli alla vostra amica in-comprensione, che, si sa, è come
un cartoccio di patate fritte acquistato in un fast food. Fanno male, sono
decisamente troppo salate e vi faranno pentire tutta la notte di quella scelta,
ma non ne potrete proprio fare a meno. Le continuerete a mangiare, con ketchup
di rabbia e maionese di rimorsi.
Non
esagerate.
Lo
so, consiglio stupido.
Una
parola, un verso: venticinquesima – incomprensione.
incomprensióne s.
f. [comp. di in-2 e comprensione]. – Mancanza di comprensione, incapacità di
comprendere i sentimenti, il carattere, o le necessità, le esigenze di un’altra
persona o anche di una categoria di persone (fonte Treccani)
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